"Ero Mariangela Fantozzi, ora mi fermano per strada. Ma fatico a lavorare"
L'attrice che sostituì Plinio Fernando nel ruolo e interpretò anche Uga, la nipote del ragionier Ugo inventato da Villaggio, parla del suo presente

Mariangela Fantozzi, alias Cheetah Hayworth per papà Ugo Fantozzi che cercava di consolare la figlia non proprio bellissima che veniva apostrofata come "Citaaaaa...citaaaa" dai suoi pessimi colleghi di lavoro. Interpretata da Plinio Fernando travestito da ragazzina nei primi film dell'indimenticabile saga cinematigrafica con Paolo Villaggio. L'aspetto di Fernando, così da freak, era dovuto anche alla Sindrome di Marfan con cui era nato. Ma ci fi un momento in cui questo attore dovette fermarsi e a subentrare nel ruolo di Mariangela Fantozzi fu Maria Cristina Maccà. Quel ruolo ha segnato anche lei, che a 58 anni campa soprattutto di doppiaggio.
L'incontro con Villaggio "il terribile"
"La gente mi ferma per strada perché si ricordano ancora di Fantozzi - Il ritorno" girato da Maria Cristina Maccà nel 1996 nei panni di Mariangela. Non solo, in quel capitolo della serie di film sull'impiegato più vessato del mondo, la Maccà interpretava anche Uga, nipote di Ugo Fantozzi. In una ricca intervista sul Corriere della Sera, l'attrice ripercorre tutta la sua carriera, dall'essere stata scoperta da Ugo Chiti, per poi lavorare fra gli altri con Sergio Citti, Mario Monicelli, Roberto Benigni, Pupi Avati e Neri Parenti. Ed eccoci al debutto nel personaggio di Mariangela Fantozzi, a primo incontro con Paolo Villaggio, superstar del cinema di cassetta celebre per saper essere "decisamente poco piacevole". Ma non fu così nel caso della Maccà: "Era molto gentile e premuroso con tutti. Ho un bel ricordo di quel periodo". E ancora oggi continua ad essere ricordata e fermata per strada per quel ruolo.
La difficoltà di lavorare ora
C'è anche una parte meno tenera e sorridente nelle memorie artistiche di Maria Cristina Maccà: "Il sistema è degenerato: c'è troppo affollamento nella preparazione di un film. Per non parlare dei self tape, i provini che si fanno da remoto". Stessa cosa vale in tv, anzi forse è peggio, nelle parole dell'attrice: "Basta guardare la Rai: se non hai agganci, non entri. Manco i registi contano più e il risultato è lì da vedere". Ma resta il lavoro, molto amato, a teatro. E' abbastanza? No: "Vorrei lavorare, come tutti. Per campare faccio anche doppiaggio. C'è gente che ha fatto la storia del cinema eppuyre non lavora".