L'ultimo tempo di Eleonora Giorgi, e i sogni di lei che ci lascia: "Non ci sono buone notizie"
I familiari parlano chiaramente di una situazione senza ritorno e scrivono un libro sull'ultimo anno "bellissimo" dell'attrice 71enne. Il suo ritratto

Non ci sono buone notizie. Lo dicono e lo scrivono così chiaro, i familiari stretti di Eleonora Giorgi, da farlo diventare pure il titolo di un libro pubblicato da Piemme in cui si racconta l'ultimo anno di vita "bellissimo" dell'attrice oggi 71enne. Il tumore al pancreas è uno dei più subdoli e difficili da trattare, e per mesi Eleonora Giorgi ha parlato di questa sua nuova esperienza a contatto con la malattia grave, del "corpo che lotta", di come tutto cambia quando l'avere a che fare con un cancro così riduce le altre priorità. Andrea Rizzoli, avuto dalla Giorgi all'epoca della relazone con Angelo Rizzoli, al Corriere della Sera ha detto chiaramente: "Faremo il necessario affinché il tempo che le resta sia piacevole, ma non possiamo fare nulla per allungarlo. Ci siamo goduti ogni istante con una intensità prima inimmaginabile. E continueremo fino all’ultimo giorno".
Eleonora, un sogno
La bellezza, il fascino, il desiderio, per gran parte degli anni Settanta e tutti gli Ottanta, nel cinema italiano sono stati incarnati da Eleonora Giorgi. Una venere nordica dall'accento morbido romano, occhi grandi e azzurri, capelli biondi, esile e formosa al contempo, da far girare la testa a uomini e donne. Anche nella presunta rivalità con la bruna e ombrosa, e altrettanto bellissima Ornella Muti, le due si incrociarono agli esordi nel film Appassionata e da lì partono le reciproche e fortunate carriere. C'è una intervista (ancora disponibile su Yotube) in cui la giovanissima Giorgi parla come una delle ragazze freak-borgataro-alternative dei film di Verdone. Solo che è lei stessa, vera, che racconta i sogni, le fragilità, le ingenuità di quella generazione passata per il Sessantotto e poi andata a sbattere contro gli anni di piombo. Continuando a incarnare la dimensione del sogno. Una bellezza nordica frutto anche della famiglia un po' britannica e un po' ungherese. Ma attenzione: mai stata svampita, Eleonora Giorgi. Se non apposta, per copione. Dimostrando anche doti di attrice comica e drammatica. Una luce. E' un dolore che ora questa luce sia incrinata.
Una vita difficile
Otto anni fa, in una collana di interviste in attesa dell'uscita della sua autobiografia, Eleonora Giorgi rivelava soprattutto un desiderio: quello di pace, una pace profonda, una pace spirituale, quella a lungo desiderata in una vita da diva ammirata ma tormentata. Tanto da dire: "Non escludo la clausura. Chiudermi in una comunità. Forse in un convento. Sono stanca. Non ne posso più del cuore che batte forte e mi assorda". Troppo di tutto. Troppa fama, troppo desiderio su di lei, su quel corpo, su quegli occhi. Troppo patimento personale, lei che disse a cuore aperto in tv "a 25 anni ero una eroinomane" dopo aver perso il suo fidanzatino di allora, l'attore Alessandro Momo. Lei che fu salvata da quel brutto momento dalla relazione con Angelo Rizzoli, editore e produttore, che risultò far parte della P2 di Licio Gelli e fu arrestato per bancarotta fraudolenta. Poi l'unione con Massimo Ciavarro, all'epoca erano i due bellissimi d'Italia, finita per il carattere complesso di lui e la voglia di vivere una vita appartata, che non apparteneva alla Giorgi. Dopo il divorzio da Ciavarro, l'amore con lo scrittore Andrea De Carlo. La vittoria del David di Donatello per Borotalco, uno dei film piu belli di Carlo Verdone. Anni di successi, da L'Agnese va a morire a Dimenticare Venezia, da Mani di velluto fino a Nudo di donna e al Volpone. La tv, con Notti e nebbie, Castigo, Yesterday, I Cesaroni, un passaggio a Don Matteo. Poi l'arrivo dell'artrite reumatoide, quindi il tumore. C'è ancora luce, quella di Eleonora, e brillerà per tutto il tempo che resta, fra le nostalgie del tempo che è stato fin qui.