Tiscali.it
SEGUICI

Stefano Fresi: “Io e Ayrton Senna. Cosa mi hanno insegnato le sue epiche sconfitte"

Una storia in cui un tredicenne, che lo vede in tv per la prima volta, lo identifica a supereroe, e gli dà coraggio: "Lo sportivo di oggi? Sinner che mi piace almeno quanto mi manca Totti"

di Andrea Giordano   
Loading...

Ayrton Senna e la sua aura magica, leggendaria, non smette di ispirare il mondo dell’arte, dei grandi interpreti. A 30 anni dalla morte (era il 1° maggio 1994) il pilota brasiliano viene celebrato, entrando nel mito in maniera continuativa, a tal proposito è ancora visitabile (fino al 3 novembre) la bella mostra “Senna Forever” al Museo dell’Automobile di Torino.

Ayrton Senna, una figura epica

Ma la sua figura ha anche e soprattutto qualcosa di profondamente epico e di grande insegnamento. Stefano Fresi, attore tra i più apprezzati, doppiatore, nonché eccellente musicista, è uno di quegli attori che si è fatto illuminare da lui fin da ragazzo. Una folgorazione a sentirlo parlare, al punto che proprio alla vigilia del 30esimo anniversario dalla scomparsa, nell’autodromo di Monza, ha portato in scena nella “Notte di Ayrton” il libro scritto da Giorgio J. Squarcia, Perdere Senna, facendolo diventare un monologo, “Io e Ayrton”, aperto, trasversale, intenso.

Una storia in cui un tredicenne, che lo vede in tv per la prima volta, lo identifica a supereroe, e gli dà coraggio. Uno spaccato perfetto, da riproporre giorni fa al Giffoni Film Festival, là dove i giovanissimi si incontrano e sognano. “È un racconto di identificazione e ispirazione, per il ragazzo che si si ispira al campione”, ha detto lo stesso Fresi. Affronta sconfitte pesantissime ma ogni volta si è rialzato. La soddisfazione dopo aver letto la prima volta tutto il lavoro è stata grandissimo. Ero con mia moglie in cucina e siamo scoppiati a piangere appoggiando la testa sul tavolo. Mia moglie ha curato la musica.

“La sconfitta aveva su Ayrton un effetto taumaturgico. Le vittorie sono nate sempre dopo sconfitte e ingiustizie crudeli, un'umiliazione crudele. Era questo che rendeva Senna il migliore. È stato il più grande di tutti non per le sue epiche vittorie ma per le sue epocali sconfitte. Vederlo rialzare da clamorose cadute mi hanno emozionato fin da bambino. Non importa quanto fossero dure le prove alle quali lo sottoponeva la vita. Il monologo racconta la grandezza del pilota Senna ma anche, e soprattutto, dell'uomo, non solo attraverso le sue leggendarie vittorie ma anche attraverso le sconfitte. Sconfitte da cui si è sempre rialzato. Più forte di prima".

“Quando Senna moriva io...”

“Avevo 20 anni. Fu un periodo meraviglioso, è stato quello in cui ho deciso di fare il mestiere che faccio oggi. Un regalo incredibile, è la cosa che può rendere più sereni al mondo una persona, il privilegio di vivere della propria passione, perché non si ha mai la sensazione di lavorare per quanto possa essere faticoso, alla fine torni a casa con un sorriso da un orecchio all’altro, perché sai che hai fatto il tuo gioco prezioso e qualcuno ti ha pagato per farlo. Quelli sono proprio gli anni in cui questa cosa è accaduta, cominciando a incontrare il teatro a 17 anni, a 20 già lavoravo. Quando è accaduto questa cosa a Senna ero già sicuro di quello che avrei fatto nella vita. Non avrei sperato tanto, però è andata molto bene”

I miei primi 50 anni

Stefano Fresi da pochi giorni ha compiuto 50 anni, gli facciamo gli auguri durante l’intervista. Un traguardo importante, che è anche un modo per riflettere sul percorso fatto, diviso tra cinema brillante e più impegno, tra la trilogia di Sidney Sibilia (Smetto quando voglio), film come Noi e la Giulia, o La Befana vien di notte, a ritratti più intimi, accorati, storie come Figli (tratto dal monologo del compianto Mattia Torre), passando per tv (una produzione internazionale, su tutti, la miniserie Il nome della rosa di Giacomo Battiato, ndr) e ovviamente l’amato palcoscenico, la musica, le composizioni. “Un lavoro”, dice, “vissuto profondamente e che ti può migliorare in fondo. Ti fa assaggiare le vite degli altri, mettersi nei panni di, e avere più punti di vista”.

Sinner come Totti

Da appassionato di sport, Fresi non si tira indietro, e alla domanda su quale altro grande sportivo valga la pena di essere seguito ora, non ha dubbi. “Sinner”, esclama a fine intervista. “Me piace tanto quanto mi manca Totti”.

di Andrea Giordano   
Speciale Sanremo 2024
I più recenti
Karla Sofia Gascon oggi, e ai tempi in cui era ancora l'attore Carlos (da Shutterstock/Instagram)
Karla Sofia Gascon oggi, e ai tempi in cui era ancora l'attore Carlos (da Shutterstock/Instagram)
Sandra Milo: una vita di luci, ombre e amori clandestini. E quella pagina buia che mai dimenticheremo
Sandra Milo: una vita di luci, ombre e amori clandestini. E quella pagina buia che mai dimenticheremo
Michael Jackson, slitta il biopic: tra accuse di pedofilia, il padre sfigurato dalla plastica e il...
Michael Jackson, slitta il biopic: tra accuse di pedofilia, il padre sfigurato dalla plastica e il...
Eleonora Giorgi qualche anno fa, oggi con gli affetti più cari e all'apice della sua carriera...
Eleonora Giorgi qualche anno fa, oggi con gli affetti più cari e all'apice della sua carriera...
Le Rubriche

Andrea Giordano

Docente universitario, dopo 8 anni allo Ied Como, oggi insegna Cinematografia...

Emanuele Bigi

È cresciuto con la passione per il cinema che non lo ha mai mollato. È autore...

Cinzia Marongiu

Direttrice responsabile di Milleunadonna e di Tiscali Spettacoli, Cultura...

Maria Elena Pistuddi

Nata a Roma nel 1970, si è laureata in Scienze Politiche nel 1994. Dopo...

Laura Rio

Giornalista professionista, si occupa di spettacoli e televisione. Per anni...

Camilla Soru

Cagliaritana, studi classici, giornalista pubblicista, ha intrapreso la carriera...

Cristiano Sanna Martini

In passato ha scritto per L’Unione Sarda, Il Sole 24 Ore, Cineforum, Rockstar...