Chris Hemsworth e lo shock dell'Alzheimer: "Basta così, mi fermo per un po' con il cinema"
I test clinici effettuati sul set spaventano e preoccupano l'attore. Che comunica la sua necessità di riordinare le sue priorità di vita


Se c'è un'immagine fisica che trasmette fascino, potenza, bellezza quasi divina e mascolinità al quadrato, è la sua. Un metro e novanta di altezza per 91 chili, corpo scolpito dallo sport, capelli biondi e occhi chiari. Non a caso il dio nordico Thor degli Avengers e poi della fortunata serie di film sul figlio di Odino, e il James Hunt rivale e amico di Lauda nel grande film sulla Formula 1 Rush è lui. Ma a 39 anni Chris Hemsworth è un uomo nel periodo più fragile della sua vita. Tanto da annunciare: "Penso che mi fermerò per un po' e mi prenderò tempo per me stesso". Il motivo ha un nome che fa tremare: Alzheimer.
Il responso e la paura
Hemsworth si è allarmato dopo aver fatto dei test clinici mentre era impegnato nella lavorazione di Limitless, serie di buon successo in streaming su Disney+. E quei test hanno mostrato che l'attore australiano ha ereditato due copie del gene ApoE4 che predispone in maniera marcata allo sviluppo del Morbo di Alzheimer che porta alla perdita della memoria, della coscienza di sé e infine della capacità di articolare il linguaggio. La doppia presenza del gene mette potenzialmente Chris Hemsworth in quel 3% della popolazione mondiale che ha dieci volte più probabilità di sviluppare l'Alzheimer. Il test ha un suo valore ma non fornisce certezza che ci si ammalerà, né tiene conto di altri fattori genetici e ambientali che possono portare a contrarre il morbo. Ma per l'attore tanto basta: "In me si è innescato qualcosa che mi spinge a prendermi cura di me, a dedicarmi tempo, ad allontanarmi dallo stress".