Il ritorno di "Caligola": a Cannes la versione integrale del film shock che travolse Tinto Brass

Il tempio del cinema d'autore presenta il girato mai visto prima, accompagnato dalla protagonista Helen Mirren. Nel 1979 fu scandalo, processo, caos

Malcolm McDowell, Therese Ann Savoy, Peter O' Toole ed Helen Mirren in 'Caligola' (immagini del film)
Malcolm McDowell, Therese Ann Savoy, Peter O' Toole ed Helen Mirren in "Caligola" (immagini del film)

Doveva essere il definitivo balzo fra i grandi del cinema, coniugare la provocazione e l'altissima fattura formale con un cast di alto livello. Fu lo scandalo infinito che si trascinò per anni e finì in una serie di versione incontrollabili dello stesso film (ad oggi ne esistono sette) variamente bollato come horror, pornografico, gore, osceno. Caligola è stata l'impresa che ha travolto e schiantato la carriera di Tinto Brass, lo spartiacque della sua filmografia. Dopo, a parte La chiave, non sarebbe mai più stato lo stesso regista, con quell'occhio, lo stile, la cura formale, la capacità di vera provocazione. La notizia è che il Festival di Cannes presenta la versione ultimate cut di Caligola. E già ci si chiede: sì, ma quale Caligola? E perché nel manifesto il nome di Brass è sparito?

Storia di un "mostro"

A Caligola Tinto Brass arrivò con alle spalle una serie di film anarchici, provocatori, variamente criticati e apprezzati, tutti sul tema della ribellione alle convenzioni della vita normale, spesso attraverso situazioni surreali e che passavano attraverso il sesso (L'urlo, Il disco volante, Dropout, Nerosubianco, soprattutto Salon Kitty). A tirarlo dentro la produzione di questo kolossal che nasceva come una serie tv che sarebbe dovuta essere diretta da Roberto Rossellini, fu il nipote del padre del neorealismo, Franco. Ma presto il progetto cambiò e divenne un film: alla regia Brass, alla scrittura Gore Vidal, un cast di tutte stelle: Malcolm McDowell reduce da Arancia Meccanica di Kubrick sarebbe stato il più folle degli imperatori romani, con lui Helen Mirren (sempre orgogliosa di aver preso parte al film maledetto e che ne accompagnerà la riscoperta a Cannes), il mito del teatro shakespeariano John Gielgud (che si divertì un mondo per la mole di nudità sul set), Adriana Asti, Peter O' Toole, Terry Ann Savoy presa al posto di Maria Schneider che scappò via impressionata da certe sequenze. Ben presto le cose si complicarono e nacque un autentico "mostro".

Il "Caligola" definitivo annunciato a Cannes

Tutti contro tutti

Rossellini decise di coinvolgere nella produzione del kolossal Bob Guccione, fondatore della rivista esplicita Penthouse e da qui cominciarono i guai. Guccione volle metter mano al girato e al montaggio, estromise Brass, aggiunse sequenze apertamente porno con attrici di sua fiducia, il passo successivo furono una serie di cause legali tutti contro tutti, Franco Rossellini fu processato e condannato per oscenità, carcere e multa di mezzo milione di lire di allora, il film fu ritirato e fatto distruggere. In seguito Rossellini riuscì a farne circolare un rimontaggio che lo riduceva a quasi la metà di quello originale, ma nel 1984 ne fu ordinato il sequestro su tutto il territorio nazionale. Tinto Brass se la cavò perché era stato precedentemente estromesso dal controllo del film. Dalla versione da 133 minuti di Guccione rititolata Io, Caligola, a quella da 86 voluta da Rossellini, ora a Cannes arriva l'Ultimate Cut da 173 minuti, con oltre 40 mai visti prima. Sarà la volta buona che riusciremo a capire cosa avrebbe voluto realizzare Tinto Brass? Tempo fa lui disse: "Su 27 film miei, 26 sono finiti in tribunale o sotto censura. Ho passato più tempo lì che sul set".