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Bruttissimo, tamarro, vistissimo: Deadpool & Wolverine al miliardo di incasso. Perché ci facciamo del male

Dopo mesi e mesi di mezzi flop, il film con i due supereroi va e vieni nel multiverso polverizza gli incassi. E non ha nemmeno una trama decente

Cristiano Sanna Martinidi Cristiano Sanna Martini   
Dogpool, Deadpool e Wolverine, se non ci fossero loro, sai che guai per Hollywood (fotogramma dal film)
Dogpool, Deadpool e Wolverine, se non ci fossero loro, sai che guai per Hollywood (fotogramma dal film)

"Quando non fai altro che accumulare cose in ogni inquadratura e filmarle a tutta velocità, a un certo punto non capisci più niente". Parole di Martin Scorsese che più volte si è lamentato del "modello Marvel", filmoni spettacolari dagli incassi miliardari che stordiscono lo spettatore e lo lasciano tornare a casa junkie, cioè felicemente strafatto di effetti, effettoni, battaglie infinite, sazio come si può uscire sazi da un fast food. Deadpool & Wolverine, che ha toccato il miliardo di incassi in pochissimo tempo, è l'apoteosi e il salvagente estremo di questo modo di fare cinema che ha ormai saturato. Occhi, orecchie e anche qualche altra parte del corpo. Gli studios lo sanno bene perché gli ultimi incassi provenienti dai vari multiversi supereroistici erano deludenti e sempre più preoccupanti. Quindi ecco il film del tutto-per-tutto. Questo. Tamarrissimo, tremendo per non esistenza della trama, vistissimo. Perché? Vediamo.

La fiera delle citazioni e l'illusione della "scorrettezza"

Deadpool & Wolverine mette insieme il più cafone e irriverente dei supereroi con il più tormentato dei mutanti X-Men. Due fuori di testa, a cui si aggiunge il bruttissimo ma simpatico cane Dogpool, già una mascotte (con marketing a seguire) del grande pubblico. E' tutto qui, perchè una vera trama coerente non c'è. Il film di Shawn Levy, che sa benissimo e in modo cinico cosa sta facendo, procede a suon di parolacce, gag "scorrette", comicità di grana grossa e scene d'azione, infilando per tutta la durata citazioni (a cominciare dal costume giallo storico che rivediamo addosso a Wolvie) che mandano in sollucchero il pubblico dei cosplayer, dei fumettari accaniti, dei nerd che collezionano action figure, e dei social in cui più esageri più sei cool, fico. 

Sequel, aiuto, sequel a go go 

La storia, se ce n'è davvero una, cosa differente da questa trama di pezzettoni di varie cose cuciti grossolanamente assieme, procede con la logica tv dello zapping, per cui si va avanti e indietro da una terra all'altra, da un pezzo di multiverso all'altro, per stordire e catturare lo spettatore che non voglia chiedersi troppo "ma che cosa sto guardando?". E tanto basta. Funziona, e salva un intero comparto, quello supereroistico arrivato davvero alla frutta. Per anni abbiamo dovuto sorbirci spettacoloni sovraccarichi pieni di gente in costume, alcuni molto riusciti, la maggior parte degli altri, così così. E quando gli studios hanno finito le idee, ecco il riciclo. Chiamalo sequel, e ne sono in arrivo una pioggia, da Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton all'ennesimo Alien (Romulus), da Gladiatore 2 a Joker: Folie a Deux che però almeno promette di sorprendere con la formula del film musical criminale, con dentro Lady Gaga. Vale tutto, quando si raschia il barile. 

Leggi anche: Se Ansia spinge Inside Out 2 al record di incassi. Perché parla di tutti e tutte noi

Cristiano Sanna Martinidi Cristiano Sanna Martini   
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In passato ha scritto per L’Unione Sarda, Il Sole 24 Ore, Cineforum, Rockstar...