Enorme e shock: il ritorno da oltre 200 chili di Brendan Frazer a Venezia. In odore di Oscar

Nei primi anni Duemila era la nuova stella di Hollywood, poi una serie di controversie e sventure. Ora il ruolo che lo rilancia in grande stile

Brendan Fraser ai tempi de 'La Mummia - Il ritorno' e in 'The Whale' (montaggio da foto di scena)
Brendan Fraser ai tempi de "La Mummia - Il ritorno" e in "The Whale" (montaggio da foto di scena)

Era l'ennesimo belloccio che doveva diventare il nuovo Tom Cruise o qualcosa del genere, finito nella polvere del dimenticatoio. Ai tempi del grande successo de La Mummia (il remake del 2001) non si parlava che di lui. Brendan Fraser era bello, alto, atletico, con un viso che incantava il pubblico femminile, sembrava perfetto per i film blockbuster, quelli che portano in sala le folle e fanno sfracelli al botteghino. Ma la sua carriera non ha mai seguito quel primo decollo spettacolare, dopo anni di ruoli in film minori o molto commerciali. Negli anni era progressivamente sparito, fino a riapparire profondamente cambiato nella serie tv Doom Patrol. A Venezia è diventato la balena di sé stesso. Peso da record, stazza fisica che riempie tutto lo schermo, eccessivo e disgustoso. E nel film The Whale (appunto: la balena) ha colpito pubblico e critica, finendo commosso fra le lacrime in mezzo a 7 minuti di applausi. Mentre già si parla di carriera risuscitata, di Leone come migliore attore e, come minimo, di candidatura ai futuri Oscar.

Diventare un mostro, sfidare tutti

The Whale è stato presentato alla Mostra di Venezia ed è un film che definire eccessivo è il minimo. Lo dirige Darren Aronofsky (The Fountain, The Wrestler, Noah) regista abituato a sfidare il pubblico in modo perfino irritante. E per Brendan Fraser è il ruolo della vita. L'attore interpreta un professore d'inglese dalla vita tormentata, culminata nel suicidio del suo amante gay, amore per cui aveva rovinato matrimonio e paternità, riducendosi per disperazione a mangiare in modo eccessivo, chiuso nella sua casa a studiare, scrivere, mangiare ancora, il corpo distrutto che può muoversi solo sei aiutato da un deambulatore. La figura deformata di Fraser, il dramma umano che porta in scena, il modo in cui la sua figura viene filmata hanno avuto l'effetto di una scossa elettrica sui presenti a Venezia. L'attore, aiutato anche dai trucchi, diventa un gigante da 200 chili, fragile e tormentato. Non è la prima volta che un bellissimo di Hollywood sceglie di diventare un mostro, un diverso, un disabile riavviando così la sua carriera e prendendosi l'Oscar. Questo potrebbe essere l'anno di Fraser.

Il perché di un crollo

Cosa ha portato un attore che sembrava perfetto per interpretare film di grande successo a dover ripiegare su particine in pellicole tutt'altro che memorabili? Una serie complessa di avvenimenti. Dagli infortuni fisici (dovuti, pare, alle molte scene d'azione girate senza stuntman) che avevano segnato  trasformato Fraser fino alla denuncia di aver subito molestie sessuali da Phlip Berk, influente presidente dell'Associazione della stampa straniera di Hollywod, parte della quale concorre ad assegnare i Golden Globe, considerati pre-Oscar. Questo gli avrebbe alienato la considerazione degli studios e di parte della critica. Poi la scoperta di avere un figlio autistico, Griffin, e la decisione di ridurre molto le pretese di carriera per dedicarsi a lui. Quindi il grande rilancio di The Whale. Senza paura di apparire orribile, come se fosse lo sfregio definitivo al cinema plastificato che esige interpreti perfetti. Quel treno è andato, ma da Venezia Fraser può ripartire alla grande.