Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti: "I nostri Anni felici"

di Cinzia Marongiu

È uno dei film italiani più attesi della stagione perché quando si riaffaccia sul grande schermo un autore come Daniele Luchetti è sempre un evento (Il portaborse, mio fratello è figlio unico, La nostra vita). E lo è ancora di più quando racconta una storia autobiografica come quella di Anni felici, affresco affettuoso degli Anni 70 non ancora intaccati dall’eversione e dal terrorismo, ma soprattutto storia della sua famiglia e di un rapporto d’amore incapace di vivere nella libertà reciproca ma anche di sopportare le gabbie della convivenza. In più, il film battezza una coppia inedita che però sembra nata apposta per stare insieme (almeno al cinema) e cioè quella formata da Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti. Bravissimi e molto belli. Lui, l’antidivo per eccellenza, lei, musa del cinema d’autore (per il marito Paolo Virzì ma anche per Carlo Verdone, Pupi Avati, Francesca Archibugi) e allo stesso tempo miracolosamente non intaccata dal successo, con un’ingenuità che la rende spontanea davanti a qualsiasi personaggio.

Micaela si fa in dieci: "Mamma e zoccola, frivola e devota" - E sì che quello con cui si misurava questa volta ne racchiudeva in sé “almeno una decina. Complessa, contradditoria, matta e responsabile, mamma e zoccola, frivola e devota. Con il fascino profondo di chi ha una ferita interiore. Una donna tormentata che vive l’amore come un gioco infantile, in un continuo “scappo così mi riprendi”, un “ti faccio ingelosire”, un uso ricattatorio dei sentimenti dove gli spettatori sono i figli ”, spiega Micaela Ramazzotti. “Ed era pure particolarmente impegnativo perché si trattava della madre di Daniele (Luchetti, ndr). Una donna che ho incontrato e che mi ha scrutato con uno sguardo forte, determinato, intenso. Ecco io sono partita da quello sguardo”.

Luchetti: "Il mio è un atto d'amore" - Luchetti invece è partito dalla sua vita: “Quella ritratta è la mia famiglia, anche se naturalmente ci sono tanti inserti immaginari. Il figlio più grande, quello che usa la Super8 per filtrare una vita familiare così movimentata, sono io. Il mio è stato un atto d’amore verso dei genitori così profondamente umani che non sono stati in grado di vivere fino in fondo le loro passioni”.


Lei ama lei e la coppia scoppia - La storia è quella di Guido e Serena, lui artista che vorrebbe essere d’avanguardia ma si sente intrappolato in una famiglia troppo borghese e invadente. Lei, sua moglie, non ama l’arte ma l’artista e spesso lo “invade”. I figli sono testimoni involontari di un’irresistibile attrazione erotica, ma anche dei loro disastri, tradimenti, trattative amorose, litigi, separazioni, riconciliazioni. La storia va a pezzi quando lei scopre il femminismo, ma soprattutto l’attrazione per un’altra lei, interpretata da Martina Friederike Gedek. E lì arriva la reazione maschilista di Guido. “Un personaggio sulla carta monolitico e perfino respingente”, confida Kim Rossi Stuart. “Ho cercato di renderlo empatico con proposte estreme di caratterizzazione, trovando la postura, scoprendo gli inciampi nella parlata che mi hanno avvicinato al padre di Daniele. Ho cercato momenti di comicità ispirandomi a Buster Keaton, confidando nella leggerezza sempre presente, anche nelle storie drammatiche del cinema di Luchetti”.