Elodie come Elena di Troia, (ci) mangia ancora il cuore e debutta al cinema
L’artista senza macchia e di questi tempi: coraggiosa, ambiziosa, trasversale, credibile in ogni cosa che fa


Elodie è ormai il simbolo della sua generazione, e della nostra, leader (in)consapevole di un cambiamento. Nata sì nei talent (lanciata ad Amici di Maria De Filippi), da lì ha spiccato poi immediatamente il volo, si è contraddistinta dalla massa, ha saputo trovare una propria identità e voce, creando un proprio status symbol, mix perfetto di bravura, talento, bellezza, trasformazione. Non è un caso che anche Amadeus, l’anno scorso (giustamente), l’abbia voluta come co-conduttrice proprio sul palco dell’Ariston, che già lei era stata capace di dominare in gara cantando Tutta colpa mia (nel 2017) e Andromeda (nel 2020), scritta da Mahmood e Dardust, diventata subito una delle hit più ascoltate.
Lavoro e sentimenti
Lontano dal gossip, dopo la fine della storia con Marracash (ora ci sarebbe il pilota Andrea Iannone), Elodie incanta e affascina, e lo fa a 360°. Tutti la vogliono e la cercano: sui social (con i suoi quasi 3 milioni di follower), nella moda, come musa di Versace, nella musica, dove continua a realizzare album (siamo a quattro), in tv, e ora, facendo il suo ingresso nel cinema che conta, grazie al debutto fulminate in Ti mangio il cuore, diretta da Pippo Mezzapesa (in sala dal 22 settembre distribuito da 01 Distribution), passato all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, inserito nella sezione “Giornate degli Autori”. Un ritratto corale, sofisticato e crudo al tempo stesso, che a tratti sembra un western d’altri tempi, in cui ognuno del cast, da Michele Placido a Livia Vitale, ogni scorcio e dettaglio, racconta un pezzettino di vissuto, di un immaginario reale, eppure paradossalmente “poetico” ed intrigante da vedere.
La storia
Una storia liberamente ispirata dall’omonimo romanzo d’inchiesta scritto da Carlo Bonini e Giuliano Foschini, che si immerge, attraverso un elegante bianconero, nella cosiddetta “quarta mafia” garganica-foggiana, e quella di due famiglie, i Malatesta e i Camporeale. Lo sfondo storico, territoriale, controverso, violento, che fa però da lente d’ingrandimento e specchio ad una storia d’amore bruciante, passionale e contrastata, una sorta di Romeo e Giulietta a tinte cupe tra Andrea Malatesta (l’ottimo Francesco Patanè) e Marilena Camporeale, interpretata da un’intensa Elodie, la prima donna pentita. Una figura forte, grintosa, materna e sensuale, in grado di fare scelte radicali, ma dotata oltremodo di una spiccata sensibilità, fragilità, istinto, proprio come la cantante romana. Una donna (Marilena), che ad un certo punto della sua esistenza scappa, fugge, denuncia, ma non ha più paura, e lo fa per proteggere i propri figli.
Come l'epica Elena
Elodie diventa Marilena, Marilena come Elena di Troia, che fa scoppiare guerra, è una Elena capace di sovvertire gli eventi, ed è così che scopriamo ancora una volta la sua potenza espressiva, il suo sguardo, il suo non porsi limiti. «In realtà da tempo avevo pensato di fare un’esperienza come attrice», ci racconta Elodie.
«Attendevo unicamente la magia, qualcosa che mi colpisse in profondità e che mi desse altre possibilità che non riesco a fare come cantante. Il Personaggio di Marilena poi è sfaccettato, bello, una donna vera con un carattere complesso, ime ne sono innamorata,e ra la grande occasione. Volevo nuove vibrazioni, quindi ho accettato follia di Pippo Mezzapesa. Sarei orgogliosa di conoscere una donna del genere, che sceglie la vita, non sta a certi schemi. Cosa ho scoperto di me? La fragilità, più volte mi sono sentita in difficoltà, la fortuna sono state le persone intorno a me».