"Il mio lavoro con Kubrick": i 50 anni di Arancia Meccanica, il capolavoro che mise sotto shock il mondo

Videointervista con Adalberto Maria Merli, voce italiana di Alex il Drugo scelto personalmente dal regista. Retroscena di un film scandaloso e censurato

Le avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l'ultra-violenza e Beethoven. Con questo slogan e molti mesi di ritardo sul mercato in lingua inglese, fu lanciato in Italia Arancia Meccanica. La prima proiezione avvenne a dicembre del 1971: fu subito shock e grande scandalo. Col senno di oggi Stanley Kubrick, venerato maestro del cinema i cui film sono considerati tutti capolavori della settima arte, verrebbe crocifisso o messo al rogo. Fu così in buona parte anche allora: femministe inferocite, commentatori sorpresi e spiazzati dal futuro distopico e satirico in cui Kubrick immergeva le avventure di Alex, capobanda dei Drughi, giovane fuori controllo in una società vecchia, repressiva e perbenista.

Critici spaccati in due fra chi elogiava la perfetta regia, il lavoro incredibile sulle immagini, le scenografie e i costumi, i tagli di ripresa, le musiche (della musicista trans Wendy Carlos, in precedenza Walter, che rilesse con l'elettronica le partiture di musica classica), e chi avrebbe messo subito sul rogo questa rappresentazione di violenza perturbante. Che nella seconda parte del film si ritorce in modo vendicativo contro il protagonista Alex (un gigantesco Malcolm McDowell) ridotto a larva dallo Stato ed esposto indifeso alle rivalse di quelli che erano stati sue vittime. Fino a un finale beffardo in cui tutto ancora si rovescia in modo da lasciare a bocca aperta. Adalberto Maria Merli, già attore di cinema e teatro, venne scelto da Kubrick per doppiare in Italia l'Alex di Arancia Meccanica. In questa videointervista racconta come fu lavorare col maestro ad un film che, scandaloso e geniale, resta ancora un paradigma dell'arte che divide e provoca dibattiti.