Perché lui si e tutti gli altri no: 100 anni di Mastroianni. "Mi dite sex symbol? Ma vaff...."
Pigro ma attivissimo sul lavoro, sornione e insofferente ma simpaticissimo. Giudicato per anni il migliore del mondo, ritratto di un mito controvoglia
"Io un latin lover? Dovrei essere un tremendo sco...re. Uno che è sempre lì come una macchina del sesso, un lavoratore del sesso: ta-ta-ta-ta.ta. Invece io sono uno più da: tac! E poi ci vediamo la prossima volta, cara". E poi alla Loren che in studio tv insisteva sul fatto che "Marcello è bello, simpatico, elegante, un latin lover" ecco la risposta del diretto interessato: "Ma vaff....". Il tutto di fronte a Dick Cavett, all'epoca uno dei più popolari conduttori d'America, incredulo, divertito e parecchio imbarazzato dalle parole del prestigioso ospite in studio. E in quel vecchio filmato a colori, ancora disponibile su Youtube, c'è tutto il perché Marcello Mastroianni è ancora un mito mondiale. A 100 anni dalla sua nascita, pure se perfino la data di nascita è un mezzo mistero.
26, 27 o 28 settembre?
Una cosa è certa: a settembre del 1924 il ciociaro Marcello Mastroianni veniva al mondo, figlio di un falegname e di una impiegata. Lui provò a dirimere il mistero della sua data esatta di nascita, spiegando di essere nato il 26 settembre ma con i genitori in attesa di registrazione fino al 28 settembre. Cresciuto a Roma, quartiere di San Giovanni, aveva studiato come perito edile e lavorato come disegnatore per le cartine militari Igm. Da lì era fuggito quando l'istituto era finito nelle mani dei nazisti. Ma il sogno era il cinema, in quell'Italia fatta a pezzi dalla guerra e mostrata in modo eccelso al mondo nella sua rinascita dai capolavori del neorelismo, i film di Rossellini e De Sica. E' affidata a lui la frase icona di uno dei film italiani più ammirati di sempre, nel finale de I soliti ignoti (1958): "Rubare è una cosa seria, voi potete al massimo andare a lavorare". Fu questo uno dei film che lanciarono Mastroianni, considerato presto il miglior attore italiano di sempre, uno dei migliori in assoluto al mondo, e, ahilui, un sex symbol.
Sornione, antidivo e per questo superstar
A 100 anni dalla nascita di Marcello Mastroianni di lui si può dire tutto è il contrario di tutto. Più volte in varie interviste, inclusa una nel film diretto dalla sua ultima compagna, Anna Maria Tatò, insistette sul concetto di play-jouer come sinonimi italiani di recitare. E quindi per lui la recitazione nel cinema ma anche nel tanto teatro fatto, era un gioco meraviglioso. Quel misto di leggerezza sorniona, di leggera insofferenza di chi non vede l'ora di starsene per conto proprio e di grandissimo fascino quasi involontario, lo ha reso una superstar suo malgrado. Un mito strascicato, a risparmio energetico. Uno che non avrebbe mai veramente divorziato dalla sua unica moglie, l'attrice Flora Clarabella, pur avendo relazioni di risonanza mondiale con Faye Dunaway e Catherine Deneuve. Mastroianni è prima e sempre cinema. Bravissimo nel comico, nel grottesco, nel drammatico e perfino nel futuribile. Cos'è, il suo ruolo trattenuto e sofferto di omosessuale nascosto che vive Una giornata particolare con Sophia Loren durante il fascismo, se non un ruolo di una modernità senza tempo? Cosa sono Ieri, oggi, domani, Divorzio all'italiana, l'incredibile La decima vittima, La grande abbuffata, 8 e 1/2, La dolce vita, Stanno tutti bene se non pezzi irripetibili di fotogrammi, personaggi, comprimarie di lusso, tutti assieme come un puzzle a formare il volto centenario di un mito pigro e irresistibile? Ecco perché Marcello Mastroianni sì, e tutti gli altri no.